Gli attacchi recenti nel Mar Rosso, attribuiti ai militanti Houthi, hanno suscitato timori di un’ulteriore ondata inflazionistica. Tuttavia, gli analisti di Wall Street, Dario Perkins di TSLombard e Christopher Smart dell’Arbroath Group, sostengono che queste preoccupazioni siano esagerate.
1. Analisi dell’Impatto dei Costi di Trasporto sull’Inflazione: Secondo Perkins, l’impatto dell’aumento dei costi di trasporto sull’indice dei prezzi al consumo è relativamente debole, soprattutto per economie sviluppate come gli Stati Uniti. Una ricerca dell’International Monetary Fund ha cercato di calibrare questo legame, suggerendo che nazioni insulari potrebbero essere le più colpite.
2. Situazione nel Canale di Panama: Smart evidenzia altri fattori globali che influenzano l’inflazione, come i livelli d’acqua insolitamente bassi nel Canale di Panama a causa del fenomeno El Niño, limitando il traffico navale. Tuttavia, anche qui l’impatto sull’inflazione è considerato trascurabile.
3. Previsioni sul Tasso di Inflazione: Contrariamente alle preoccupazioni generali, Smart ha notato un calo nelle aspettative di inflazione a un anno, con un tasso previsto del 2.43%.
4. Consigli per gli Investitori: “Se devi preoccuparti di qualcosa, preoccupati delle tensioni in Medio Oriente o del cambiamento climatico,” consiglia Smart. “Ma non dell’inflazione.”
5. Reazione della Federal Reserve: Perkins prevede che la Fed continuerà a monitorare la situazione, ma non reagirà in modo drastico data la modesta crescita dei costi di trasporto negli USA.
Finora, l’impatto degli attacchi nel Mar Rosso sulla inflazione è stato trascurabile, con il tasso di inflazione core rallentato a dicembre al 2.9%, il livello più basso in quasi tre anni. Gli analisti di Goldman Sachs Group mantengono invariata la previsione di cinque tagli dei tassi di interesse da parte della Fed nel 2024.